le gambe non sanno dove andare
giocano sotto le gonne
ad abbracciare, come di lune
sepolte agli acquedotti
schiuse dai miracoli del pianto
dove la gioia non fa paura
e l’incanto prende le strade
più strette, come una canoa
tra le canne al vento
mi percorrerai, mi giunterai
nelle screpolature
con l’acqua calma
che ci livella
nel tempo/luogo
dell’essere innanzi
ai nuovi muri
alle rocce alte
a guardare
ciò che ci fa giorno
ogni giorno
(leggendo Sebastiano)